stavo appunto riflettendo sulla cosa per esempio la breve distanza tra ovvietà e genialità e come le due cose siano connesse e direi quasi necessarie l’una all’altra e poi la grande difficoltà da parte mia a valutare le mie cose scritte e poi si può dire che non è mica necessario valutarle e cioè dare un giudizio sulle proprie cose scritte, si potrebbe serenamente abbandonare la mania di giudicarsi sarebbe anche un bene.
G. De Chirico, Monumento al poeta, Piazze d’ Italia
A che cosa serve la poesia
se non incontra l’uomo
se non cammina ogni giorno tra la folla,
se non parla il linguaggio della gente,
se non usa parole comprensibili
e si rifugia in un luogo distante
dall’ immanente senso della terra.
A che cosa serve la poesia
se non ascolta, non consola, non libera,
se non tace di fronte ad un mistero
che non si può riempire di parole
di giochi logopedici e retorica,
se non si ferma a cogliere il seme delle cose
nel silenzio interiore e in solitudine,
e non avverte l’ essenziale voce
della reale condizione umana.
A che cosa serve la poesia
se i poeti vivono nascosti
nelle torri delle città di carta
e non bussano al cuore della gente.