Premiato in IndieLisboa Festival, “Rovine” è un documentario di Manuel Mozos, il cui “personaggi” sono abbandonati edifici e strutture, con tutti i ricordi associati che portano.
di Alexandre Costa (www.expresso.pt) |
09:45 Giovedi, April 1, 2010
“Rovine” inizia con l’implosione delle torri di Torralta a Troy. Poi vediamo una tomba in un cimitero di Porto, mentre sentiamo il racconto della tragica storia associata con la storia di un tale Henriqueta Souza, una donna che teneva la testa dell’amante come una reliquia.
“Rovine” è un documentario il cui “personaggi” sono una serie di edifici e strutture lasciati abbandonati in molte parti del paese. Si tratta di un film contemplativo, abitata da ricordi frammentari del recente passato, che sembrano sul punto di svanire, insieme con le rovine che vediamo nel corso dei 60 minuti del film.
Il documentario ci porta al Bairro fare Alvito, il CP Barca d’Alva, la stazione che ha lasciato il Sanatorio de Albergaria, o una locanda Porto de Barcas, per essere inghiottita dal mare. Siamo andati anche per teatri, chiese, complessi balneari e case abbandonate.
Anziché fornire un contesto, il motivo che ha portato alla comparsa e che ha reso obsoleti tutti questi spazi, Mozos opta per una libera associazione di immagini con diversi rapporti. Abbiamo sentito da ricettari del XVII secolo, poesie e Ruy Teixeira de Belo Pascoaes, o lettera di un direttore di un ostello recentemente ristrutturato, indirizzata ad un potenziale cliente.
“Rovine” ha ricevuto il premio per il miglior lungometraggio in inglese IndieLisboa 2009, il premio del concorso internazionale FIDMarseille Festival e una menzione speciale dalla giuria del piccolo film – Cinema Festival galiziano e il portoghese.