coltivando innaffiare
camminare pestando
vuoto a perdita d’occhio
ossa spolpata resta
pura perdita di tempo
presto resta rumore
acqua cascata
soluzione di tutti gli enigmi
impossibile
in fondo ogni cosa
facile resta
basta fare toccare
una parte del corpo alla terra
per un momento
gli esseri umani
dimenticare
non è troppo tardi
si può fare
è ancora presto
c’e ancora tutto il tempo
possibile
ascoltare un battito di cuore
con tutti gli umani sentimenti
nascosti dentro
nessuna importanza
dell’intorno vuoto
se non per catturare
quel tanto di suono
che non è ancora noto
che potrà essere appoggiato
dopo direttamente
sul ripiano del mobile di legno
dove delicatamente resterà
sarà libero all’aperto
a contato dell’aria
tazza amaro caffè
a portata di mano
lettura lenta di pagina
rara dal libro sacro
portata la mano sulla bocca
per ricordare alla mente
di migliorare
l’ingresso delle parole
qualche secondo per meditare
per sentire che la sapienza
dice ancora qualcosa che prima non si sapeva
la possibilità di
dire poi qualcosa
sarà quando il momento è giusto
quando se ne avrà veramente la voglia
vale la pena
di sollevare la testa
farla uscire dall’acqua
se fosse solo per prendere respiro
con una cannuccia
essere sempre collegati all’aria e
cosi restare nelle ore calde
sarebbe piacevole
questa cosa da fare
restare con la testa
immersa nell’acqua fresca
se acconsento
qualcosa dentro
mi dice non fare non ti fidare
la voce interiore
che tutto
sa tutto e
vede prima ancora che accade
al mattino presto
piace restare a dormire
fino a che diventa impossibile
ancora là restare
il cervello da solo
comincia a pensare e
pensa e pensa
allora la testa comincia a pesare
non si sta più bene
con questo segnale
che si voglia che non si voglia
ci si deve alzare
infastidisce
accanto un ritmo sincopato
quasi che il sentire troppo patisce
un coro polifonico
sala di gesso
le voci immobili
sale armonico dal fondo
arriva solo quello che arriva
da dove arriva un solo tono
che tutto il cielo si oscuri
nei mille filamenti diverso
da ogni parte sparso sperso
armonie sanguinose ordalie
accurati rinvii
ad un giorno che non sarà domani
un altro domani
che sarà sempre domani
pesce arso vivo
palato del buongustaio
animale attaccato alle proprie bistecche
nel mezzo
una pancia sorridente
che si rivolge
con gli altri pezzi di carne
alla compagnia
indaffarati
che si ritrovano saltuariamente
sotto il gazebo bianco
sul prato del weekend
© lyric by Marino Pancheri, 2015. Tutti i diritti riservati.
La speranza sembra alternarsi alla sofferenza ma, nell’insieme prevale una visione serena. Suggestiva la musica, ben armonizzata ai versi.
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si ringrazia per la visita ed il commento con l’occasione si propone un lungo articolo in qualche modo attinente alle intenzioni generali dell’autore.
Blanchot – klimt
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