Io non so dire per quale precisa ragione quelle direttrici di scena che sono le Parche mi abbiano voluto umiliare a questa parte meschina di un viaggio a balene, mentre altri sono stati destinati a parti magnifiche in grandiose tragedie, e a parti brevi e facili in commedie brillanti, e a parti buffe in farse; non so certo dire perché; tuttavia, ora che ripenso a tutte le circostanze, credo di riuscire a intravedere qualche cosa delle molle e dei motivi che, abilmente presentati ai miei occhi sotto travestimenti vari, m’indussero ad accingermi a recitar la parte che recitai, lusingandomi per sovrappiù con l’inganno che si trattasse di una scelta sgorgata dal mio imparziale libero arbitrio e avveduto giudizio.
Tra questi motivi, il principale fu l’idea schiacciante della grande balena in se stessa. Un mostro così pieno di prodigio e di mistero suscitava tutta la mia curiosità. Poi, i mari…
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