io mi ricordo


quando tutto è stato portato via
dalle stagioni con data certa
dal calendario che si ripete
dagli occhi che non serve piangere

le rane sempre le mani sudate
al boschetto con le trappole di fango
scomparso di domenica l’adulto secco
mentre camminava di fianco alla villa
mangiata dalla vegetazione
chissà che fine

la lastra di ghiaccio
che si prende la rincorsa
ci si lancia e senza sforzo
si arriva dall’altra parte

senza respirare
tutto un cinema di ripetizione
come mai tagliano gli alberi sulla strada?
perché il maestro ha il cappotto
allacciato con una cintura di panno?
dove vanno le ragazze
quando finisce la scuola?
cosa succederà dopo?
succederà qualcosa dopo?

© lyric by Marino Pancheri, 2018. Tutti i diritti riservati.

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