Il ricordo è il principale motore della scrittura. C’era una volta…. Nasce tutto da là. Un mondo che non esiste più, e qualcuno che si siede e dice ora vi racconto. Lo sanno bene Proust, che sulla memoria ha costruito il suo monumento letterario, e Nabokov (la sua autobiografia si intitola Parla, ricordo) e perfino Philip Roth, che già a partire da Lamento di Portnoy ha ricostruito la storia della sua generazione.
Anche le nostre vite si intrecciano costantemente con il ricordo: sfioriamo, per caso, oggetti, luoghi, persone, che appartengono al passato e, come ben aveva intuito proprio Proust con la sua famosa madeleine, improvvisamente si ripresenta un mondo intero, in tutta la sua fragranza.
Se poi è l’infanzia a essere ricordata, dobbiamo ammettere che ci troviamo di fronte a una dolcezza incommensurabile, capace di sovrastare il retrogusto un po’ stucchevole della retorica del “fanciullino” che, in questi…
View original post 1.282 altre parole