Le nostre anime di notte è l’estrema e più delicata fatica di Kent Haruf. Teatro del romanzo è ancora quella cittadina di Holt, Colorado, già perno della Trilogia della Pianura. Ma, mentre nel trittico guizzava un inedito ritorno d’epica in un universo monologico, nelle Anime l’abbrivio sta in un gesto di sfida al sentire comune. Addie Moore bussa alla porta di Louis Waters, sono due vedovi, le loro case stanno a un isolato di distanza: è lì a proporgli di passare qualche notte insieme. Per parlare. Per vincere la solitudine.
Il coraggio guida Addie, e Louis ne trae un’attonita gioia. Prendono a vedersi, sfidano “quello che pensa la gente” perché, a settant’anni – lei lo dice – è ora di non badarci più: “dà l’idea che stiamo facendo qualcosa di sbagliato o scandaloso”. E se le malelingue li accusano d’oltraggiare la decenza, Louis e Addie reagiscono porgendo un’idea altra…
View original post 362 altre parole