si è lacerato l’abbraccio dell’edera
un’assenza è rimasta nei luoghi comuni
nelle mie stanze una fioca luce
e penombra di parole
cocci sparsi idee sgualcite
ho preso il primo vento che passava
per guardare alle nuvole gli occhi
e imparare da loro ad ammaestrare il vuoto
qualcuna si è fatta cupa…
il vento è fermo all’ultima stazione
un corvo gracchia minaccioso
o forse ride? fugge?
si sfaldano le nubi in piogge sanguinose
l’altitudine gravida di precipizi è partoriente
che si apparecchi il posto vuoto
m’avvinghi ancora alla sua pietra il suolo
rialzatemi fiori e bambini
ché ho confuso il cadere col volare.
Bianca Bi
Grazie glencoe, troppo gentile. B.B.
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qualità, profondità, speranza
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