No

da Rischio Calcolato

Circa il livello del malcontento, malessere, esasperazione raggiunti nel nostro paese e circa la generale estensione a tutti gli strati sociali di questa condizione, ad esclusione degli inquilini dei palazzi di governo e di stato, nessuno ha dubbi.

Parimenti, sulla necessità o l’impellenza di un cambiamento per taluni, di uno sdradicamento o distruzione dell’attuale stato di cose per altri, anche qui ad esclusione degli inquilini dei palazzi di governo e di stato, nessuno ha dubbi.

I dubbi invece arrivano immediatamente sul come interrompere il declino della nostra società e su come sconfiggere i suoi nefasti effetti quali la disoccupazione, la miseria, l’emigrazione, la corruzione, l’immigrazione, il terrorismo.

Lo stallo si produce perchè tutti si concentrano sull’idea che per trasformare un sistema occorre fare una rivoluzione, che di solito non è intesa come una marcia della pace stile Assisi, ma come sommossa violenta ed armata contro il potere costituito. E se da un lato, tutti individuano nella rivoluzione l’unica via d’uscita possibile, dall’altro lato tutti sperano che la rivoluzione la facciano altri al posto loro. I vecchi contano che la facciano i giovani, i meridionali giurano che la faranno i settentrionali, chi ancora ha un lavoro conta sui disoccupati e i cassaintegrati, le donne che lavorano pregano perchè della rivoluzione si occupino le casalinghe, e cosi via. Insomma stallo totale e tutti aspettano il miracolo o l’eroe di turno.

Ebbene, non arriveranno miracoli, e non ci saranno eroi o aspiranti martiri in questo nostro tempo. Per la semplice ragione che tutti siamo consapevoli, che a differenza dell’Europa antecedente alla Seconda Guerra Mondiale, a chiunque oggi osasse mettere in discussione il sistema demokratico fondato su estorsione fiscale, partiti e parlamenti, nel tempo di uno starnuto sarebbe assicurato il carcere a vita. Tanto un capo di imputazione si trova sempre e un’intercettazione compromettente pure.

Caso mai gli aspiranti kamikaze riuscissero, per ipotesi, a valicare la soglia del pensiero, inaugurando una qualche azione, tipo : prendere a sassate le finestre di montecitorio, scaricare un tir carico di letame davanti al quirinale, o alla meglio piantare una mazzata in fronte a qualcuno dei deficienti di governo e lasciarlo tramortito sui san pietrini di Roma, bene in questo caso si verrebbe impallinati come tordi, e gli eventuali sopravvissuti sarebbero deferiti alla corte internazione dell’Aja per crimini contro l’umanità.

Nella beneaugurata ipotesi che sempre i suddetti aspiranti kamikaze fossero talmente ben organizzati e per niente sprovveduti, arrivando a far saltare per aria il parlamento o tutt’intera saxa rubra che ne è il centro di propaganda sussidiato, oppure qualche palazzo di governo con dentro tutti i suoi occupanti, la reazione riguarderebbe a quel punto la NATO con tutto il suo armementario balistico – missilistico e Obama Bin Laden dalla White House, qualche minuto dopo annuncerebbe al mondo intero, l’impegno di USA e NATO per ristabilire la demokrazia. Gli aspiranti kamikaze, vivi o morti, verrebbero additati come anarco insurrezionalisti, terroristi di matrice (fascista, comunista, import, export che import !!), schegge impazzite di servizi deviati e criminalità organizzata. E in men che non si dica verrebbe ristabilito il meritato ordine perchè la popolazione ritorni a godere in tutto sollazzo: disoccupazione, miseria, cassaintegrazione, pensioni minime, emigrazione, immigrazione, corruzione di stato-regioni-province e comuni, isole comprese, tasse, accise e cartelle di equitaGlia. Antonio Albanese e il suo impareggiabile Cetto La Qualunque al cospetto di questa torma di predoni euroamerikani, è solo un miserabile dilettante allo sbaraglio.

Se ritorniamo al nocciolo della questione tuttavia, appare evidente che per rimuover un’ostacolo ci sono due possibilità :

1. disintegrare l’ostacolo o rimuoverlo con la forza

2. minare la base dell’ostacolo con pazienza e tenacia, per farlo sprofondare nell’abisso

L’ipotesi 2 a differenza della 1, non presuppone di armarsi e impallinare qualcuno, esclude quindi anche la prigione, blocca i pallettoni della forze dell’ordine, ed è un’argine insormontabile persino per i marines e i bersaglieri.

Cosa fare quindi per trasformare l’ipotesi 2 in una coerente azione, generando quindi gli effetti di distruzione desiderati per l’attuale sistema ? Come far sprofondare questo blocco tumorale della libertà individuale, contraffatto da una non meglio precisata difesa del bene comune ?

Concentriamoci sulla materia prima che costituisce la base del sistema politico partitico attuale : il consenso.

Il consenso è ottenuto gradualmente da quando un cittadino nasce, passo dopo passo, mettone dopo mattone, anno dopo anno, elezione dopo elezione, governo dopo governo. Le scuole pubbliche sono il principale strumento dell’indottrinamento statalista. Completano il quadro della costruzione e del rafforzamento del consenso i media, sussidiati. Il tutto condito h24 da una incessante promessa di diritti, vantaggi, possibilità, prospettive per tutti. Il gioco è quindi fatto. Sei il loro schiavo. Ingerendo veleno a dosi infinitesimali, non ti sei accorto di nulla e arrivato alla maggiore età quanto ti fanno votare, e ancora peggio quando trovi un lavoro e cominciano ad estorcerti il 70 – 80 % di quello che onestamente guadagni, eccoti nei panni del cittadino perfetto, obbediente e mansueto, contribuente onesto e diligente : tricolore, inno di mameli, kostituzione repubblikana e partiti per ogni stagione e inclinazione. Lo schiavo perfetto è servito. Per un tiranno è la condizione ideale per dormire sonni sicuri e assicurarsi tutto il potere e i privilegi possibili : avere uno schiavo che non sa di esserlo.

L’enorme edificio dello stato, dei suoi apparati e della sua faraonica burocrazia, sebbene appiano invincibili e possano esercitare la coercizione e la violenza ai sensi della legge (la loro) sono fondati sulla sabbia. Il consenso è una distesa di sabbia, e sebbene riguardi la vita e i comportamenti di decine di milioni di persone, ha per sostanza la menzogna, la finzione, la truffa e la rapina, col necessario guazzetto di : libertà, diritti, pace, solidarietà, bene komune e alleluja vari.

Il consenso costituisce la base del sistema stato. La vera rivoluzione pacifica e inesorabile è sottrarre il consenso, senza il quale lo stato, i suoi apparati e il suo clero non possono sopravvivere.

Quando il consenso viene minato, e lentamente eroso da sotto i suoi beneficiari, si innesca spontaneamente un’altro processo che accellera il primo : il dissenso. Abbiamo notizie e storie di dissenso in ogni parte del mondo, dove via sia stato un qualche sistema tirannico con la pretesa di sottomettere e privare della libertà gli altri.

Il dissenso ha portato nei gulag decine di dissidenti ai tempi dell’URSS, le Repubbliche Comuniste Sovietiche e poi ha portato nella tomba i gerarchi del cremlino e nell’oblio il comunismo e la sua malefica violenza.

Il dissenso ha portato in carcere o fatto scomparire (desaparecidos) nel nulla, migliaia di dissidenti ai tempi di Augusto Pinochet in Cile e di Jorge Rafael Videla in Argentina, i quali a loro volta, il dissenso e i dissidenti hanno disciolto per sempre. E potremmo continuare. Apparentemente il sistema italiano e quelli cosiddetti occidentali sono demokratici e liberali, sebbene questa sia solo una finzione ottenuta col processo del consenso. E sembrerebbe che l’URSS, il Cile, l’Argentina non c’entrino niente.

Bruno Leoni nel suo ineguagliabile “La libertà e la legge”, scritto nel 1961 definiva profeticamente come “sofisticata impostura la democrazia rappresentativa”. E aggiungeva : “può dirsi società di uomini liberi quella in cui una qualsiasi oligarchia contingente di “legislatori” può a suo arbitrio rendere nulli negozi giuridici liberamente sottoscritti fra adulti sani di mente e consenzienti ?”. Bruno Leoni preconizzò già oltre 60 anni fa il delirio demiurgico e la metastasi legislativa che avrebbero devastato gli ordinamenti contemporanei.

Tutti noi possiamo fare qualcosa, senza dover scendere in piazza e senza dover torcere un capello a qualcuno.

Prima di tutto instillare dubbi e promuovere domande nelle persone che conosciamo, circa la finzione e la menzogna sulle quali si regge lo stato, il suo mefitico apparato e la schiera sconfinata dei suoi parassiti.

Dopo di che aiutare a rispondere alla domande più classiche che sorgono spontanee, tipo : e come faremo senza lo stato ? e chi costruirà le strade ? e chi manterrà gli ospedali e le scuole ? e senza un parlamento chi decide ? e chi difenderà i nostri diritti ? e senza la demokrazia scoppierà l’anarchia…. e via andare in un crescendo parabolico che Bisio e tutti i comici di Zelig appaiono dei tragedianti.

Se tutti quelli che come me, hanno maturato prima di altri alcuni convincimenti, facessero sistematicamente quest’opera di “evangelizzazione”, in pochi anni in questo scenario favorevole al mutamento e al capovolgimento di situazioni benchè cristallizzate, prenderebbe forma una nuova organizzazione della convivenza civile. Più vicina agli individui, più consona alle legittime aspirazioni personali, meno vulnerabile alle oligarchie elettorali dei partiti, dei loro padrini e delle loro cosche organizzate.

Erodendo il consenso il primo effetto sarebbe quello di portare l’astensionismo elettorale al 80 o 90 %, costringendo i fanfaroni della politica a dichiararsi sconfitti e le loro trombette dei media e suonare la marcia funebre. E se questo non avverrà, per la cifra di prepotenza e vanità di cui ogni politico possiede dosi fuori dal comune, interverrà il dissenso che è un mix letale per chi lo subisce, di disprezzo, resistenza e rifiuto. Nessun sistema sopravvive a lungo all’erosione del consenso e alla crescita del dissenso. Diamoci da fare.

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