Pubblicazione
2 agosto 1971
Durata
43 min : 39 s
Tracce 9
Genere
Rock and roll
Hard rock
Rock progressivo
Proto-punk
Etichetta
Decca Records
Produttore
The Who, Glyn Johns
Who’s Next è un album della rock band inglese degli Who, pubblicato nel 1971. È il ventottesimo album nella classifica “i 500 migliori album della storia” della rivista Rolling Stone.
Dopo la pubblicazione di Tommy nel 1969, Pete Townshend concepisce un’altra opera rock intitolata Lifehouse, che avrebbe dovuto mischiare rock e teatro. Ma il progetto si rivela un fallimento. Tuttavia il chitarrista decide di salvarne le tracce per pubblicare successivamente un album, Who’s Next. Il gruppo è in uno stato di grazia e lo si capisce da episodi come l’iniziale Baba O’Riley (dedicata al compositore Terry Riley), lanciata da un’introduzione di sintetizzatore, e Bargain.
I due punti forti dell’album sono forse la ballata Behind Blue Eyes, caratterizzata dal connubio tra l’iniziale parte acustica e l’esplosione finale espressa dall’incessante rullare di Keith Moon, e il lungo manifesto di rivolta Won’t Get Fooled Again. Love Ain’t For Keeping e My Wife, sono state scritte dal bassista John Entwistle e quest’ultima è l’unico brano dell’album che non porti la firma di Pete Townshend. Going Mobile (mai suonata dal vivo) è un’escursione nel territorio acustico, con l’ironica voce nasale di Pete che racconta una storia d’amore con allegria e spensieratezza. Nel disco compare il pianista Nicky Hopkins, che anima le malinconiche The Song Is Over e Getting In Tune, in un clima tipicamente anni settanta.
Inoltre, eccetto Baba O’ Riley e Won’t Get Fooled Again (la canzone iniziale e finale), il disco è composto da canzoni d’amore.
La copertina dell’album mostra una fotografia dei membri del gruppo, scattata a Easington Colliery, ritratti apparentemente appena dopo aver finito di urinare su un monolite di cemento. Secondo il fotografo Ethan Russell, la maggior parte degli Who non fu in grado di urinare davvero, e quindi venne gettata dell’acqua sui lati della costruzione per simularne l’effetto. Il monolite presente in copertina viene spesso visto come un ironico riferimento al celebre monolite del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, che era uscito nei cinema solo tre anni prima e per il quale la band avrebbe dovuto comporre alcune delle musiche. Nel 2003, il canale televisivo americano VH1 ha nominato la copertina di Who’s Next’ come una delle migliori cover art di sempre.
Esiste una versione scartata della copertina dell’album, che avrebbe dovuto raffigurare delle donne nude obese, ma l’idea venne accantonata quasi subito. Altra copertina alternativa a cui si era pensato, era una foto del batterista Keith Moon vestito in lingerie nera, con una frusta in mano e una parrucca da donna in testa.
Billy Walker diede una valutazione positiva dell’album su Sounds, sottolineando che “Dopo la genialità di Tommy si doveva pensare a qualcosa di speciale e la scelta di creare un’opera completamente nuova piuttosto che un’estensione della loro opera rock la dice lunga sul loro coraggio ed inventiva”. Egli elogiò soprattutto le canzoni Baba O’Riley, My Wife e The Song Is Over. Robert Christgau, scrivendo su The Village Voice, lo definì “Il miglior album hard rock da anni”.
Tutte le tracce sono state composte da Pete Townshend, eccetto dove indicato.
Lato A.
1.Baba O’Riley – 5:09
2.Bargain – 5:34
3.Love Ain’t For Keeping – 2:11
4.My Wife – 3:41 (John Entwistle)
5.The Song Is Over – 6:16
Lato B.
1.Getting In Tune – 4:50
2.Going Mobile – 3:43
3.Behind Blue Eyes – 3:39
4.Won’t Get Fooled Again – 8:38
Buongiorno, mi chiamo Gabriel e da oggi seguirò il tuo ottimo blog. Ho già letto alcuni dei tuoi articoli, e sono davvero perfetti, soprattutto questo dedicato ai mitici Who!
"Mi piace""Mi piace"
Gentile Gabriel in realtà io non scrivo niente a parte qualche poesia ogni tanto mi limito soltanto a riportare lo stato d’animo del momento (il mio) e di indicare via via qualch3e cosa.
"Mi piace"Piace a 1 persona