Medea è un film per la televisione danese del 1988 diretto da Lars von Trier, basandosi su una sceneggiatura che Carl Theodor Dreyer, maestro spirituale del regista, aveva preparato ma mai girato, ispirato dall’omonima tragedia di Euripide.
Medea, il marito Giasone ed i loro due figli vivono felicemente la propria vita a Corinto, finché Creonte, re della città, non decide di dare sua figlia Glauce in sposa a Giasone. Avendo così quest’ultimo la possibilità di successione al trono, accetta ed abbandona sua moglie Medea.
Malgrado la disperazione della donna, vista l’indifferenza di Giasone, Medea medita una tremenda vendetta. Fingendosi rassegnata, manda in dono una corona alla giovane Glauce, la quale, non sapendo che le punte della corona sono ricoperte di veleno, l’afferra e si punge, morendo così fra dolori strazianti. Il padre Creonte, corso in aiuto, si punge anch’egli, morendone.
Ma la vendetta di Medea non finisce qui. Per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui, impiccandoli ad un albero.
Brigitte Price, direttrice del dipartimento teatrale di Danmarks Radio, dopo aver riscosso un discreto successo con la sua rappresentazione della Medea di Euripide, interpretata da Kirsten Olesen, commissiona a von Trier una versione cinematografica, usando un vecchio lavoro di Carl Dreyer.
Il regista, grande estimatore di Dreyer, usa molto del materiale lasciato dal regista, togliendo però la parte dedicata al coro. Dreyer infatti voleva compiere un’opera filologica sul testo di Euripide, usare il coro e girare il film in Grecia, mentre von Trier lo ambiente nello Jütland, nel Nord Europa.
Lo scritto originale di Dreyer, poi, prevedeva che Medea uccidesse i propri figli con il veleno, reputando l’uccisione col pugnale di Euripide troppo violenta da mostrare. Invece von Trier cambia ancora, facendo impiccare i bambini, dando quindi una visione cruda e dura dell’infanticidio, com’era in Euripide, e dando così al personaggio di Medea un carattere forte, suo malgrado.