La musicalita’ della parola
Ci sono due livelli collegati in cui avviene la produzione della musicalita’ della scrittura.
Il primo e’ quello che nasce dall’inconscio e poi diventa il luogo attorno al quale si coagula la parola inconscia che emerge, il secondo è il suono proprio della parola.
Abbiamo percio’ la parola che emerge e poi viene lavorata diventando per esempio la riga di un verso ;
lo sviluppo di questa riga del verso poi si congiunge con altre analoghe, determinando una serie di visualizzazioni che nello scorrere del verso della strofa diventano tra loro coordinate; in poche parole ci si pone davanti agli occhi una specie di sequenza filmica dell’anima.
Questa sequenza puo’ essere: a tratti, contigua, coordinata o scoordinata o anche che presenta dei vuoti che potremmo definire come i silenzi della scrittura.
Questi silenzi sono i vuoti che notiamo nelle immagini evocate e nella loro interelazione e in questi “silenzi” si puo’ inserire il lettore che con la sua lettura li colma e quindi partecipa alla creazione, si pone sullo stesso piano del produttore della scrittura diventandone co-autore.
Abbiamo inoltre un altro livello quello in cui le parole stesse hanno una sonorita’, se lette per esempio ad alta voce.
Percui anche la sonorita’ delle parole lette una ad una e nella sequenza in cui sono presentate contribuisce alla generazione della stessa sonorita’ o musicalita’ complessiva.
Quindi per liberarsi dalla strettoia della metrica e della rima ci si puoì alla prima di queste considerazioni nella impostazione della struttura musicale del verso; cioe’ la generazione delle immagini del verso fornisce lo scheletro mentre per quanto riguarda la vera epropria sonorita’ rimane il suono delle singole parole assieme a quello che potremmo chiamare il residuo della rima in modo che si completi l’opera.
Tutto questo risulta essere lavorabile, nel senso che ognuna di queste relazioni se cosciente, puo’ essere orientata alla composizione del senso e della bellezza.